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Via Romea - Res Cottidianae
Eretici in Piemonte
Il ciclo di incontri “Res Cottidianae” del 2013 si è concluso a Mazzè, il 05/12/2013 con la serata “Haeresis: il tempo dei Catari”, in cui Livio Barengo ci ha accompagnato alla scoperta di un tema misterioso e controverso al tempo stesso: il movimento dei catari, la loro origine e la loro presenza in Piemonte.
Il catarismo fu un movimento complesso con basi teologiche definite in manicheismo e gnosi: la dottrina era di tipo dualista (dove bene e male hanno pari dignità) e la salvezza era possibile attraverso la conoscenza.
Le relazioni con i movimenti Pauliciani e Bogomili, le ostilità dei Padri della Chiesa e in generale l’atteggiamento estremamente duro nei loro confronti che portò a indire la prima crociata di “cristiani” contro “cristiani”, sono stati gli argomenti sviluppati nel corso della serata.
Curiosità ha suscitato il fatto che fenomeni gnostici simili al catarismo abbiano interessato tutte le religioni monoteiste indoeuropee, quasi fossero un filo conduttore o una matrice comune da cui tutte le altre derivano.
Probabilmente le prime presenze di Catari in Occidente in Germania e Olanda risalgono al XII secolo e sono dovute a viaggiatori provenienti dalla Terra Santa e transitati nel Balcani (convertiti quindi al bogomilismo). Si ha traccia del termine “Catari” in alcune lettere di prelati tedeschi che ne segnalavano la pericolosità: predicavano una assoluta purezza di vita e rifiutavano i sacramenti tranne il "consolamentum", un rito durante il quale si imponeva, una sola volta nella vita, le mani sul capo dei fedeli liberandoli dai peccati compiuti sino a quel momento.
Erano noti per l’elevato rigore morale, la condotta ineccepibile, la povertà assoluta; in Italia appoggiarono i ghibellini.
L’episodio piemontese legato ai Catari si riferisce al paese di Monforte d’Alba e risale agli anni successivi al dominio di Arduino di Ivrea. Dopo la sua morte (1015) i suoi seguaci furono imprigionati, privati dei beni e portati in Germania; anni dopo ottennero la grazia e poterono tonare ma ormai erano privi di mezzi di sussistenza: furono aiutati dalla marchesa Adelaide di Susa che li fece insediare nel feudo di Monforte d’Alba. Si erano organizzati in un movimento detto degli Umiliati, con caratteristiche gnostiche e manichee: la diocesi di Milano nel 1028 ne ordinò l’arresto e il rogo per chi non avesse voluto rinunciare al proprio credo.
Germana Vinelli