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Via Romea - Romano Canavese
Filippo d'Agliè: Il favorito di Madama Reale
Tra i personaggi semi-dimenticati del Canavese, Filippo di Agliè è sicuramente uno dei più importanti: oggi lo si vede come maschera in costume del carnevale di Agliè ma è stato uno dei principali attori delle vicende politiche piemontesi del Seicento, oltre che noto coreografo e protagonista di una delle storie d’amore più romantiche del secolo.
Ce ne ha parlato Cristina Venturino, giovane socia di Via Romea Canavesana che grazie alla sua curiosità e alla sua passione per la danza ha approfondito alcuni aspetti meno noti di questo personaggio.
Il giovane Filippo, nato all’inizio del Seicento da una delle più importanti famiglie nobili piemontesi (i San Martino), era un giovane dallo spirito vivace: dopo che nel 1623 fu coinvolto in un duello, fu mandato a Roma presso uno zio cardinale e mecenate. Di ritorno a Torino nel 1627 partecipò alle attività della Accademia dei Solinghi con lo pseudonimo Fililindo il Costante e dimostrò la propria predisposizione alle arti curando numerosi balletti e rappresentazioni per la corte: si ricordano il “Tabacco”, “Il Gridelino” e “Gli abitatori de monti”. Abbiamo una testimonianza diretta delle sue coreografie e dei suoi costumi grazie ad alcune miniature del contemporaneo Tomaso Borgonio conservate nella Biblioteca Reale di Torino.
In questi anni conobbe anche Cristina di Francia, sposa di Vittorio Amedeo I, di cui divenne amante, consigliere, amico e fedele sostenitore; il loro rapporto divenne più stretto alla morte del Duca e l’impegno nella difesa del Ducato sabaudo fu la causa del suo arresto da parte di Richelieu. Fu un periodo malinconico e sofferente della sua vita, di cui rimane traccia nello scambio epistolare che ebbe con la Madama Reale Cristina.
Al ritorno a Torino il suo desiderio di diventare frate fu impedito dalla stessa Cristina; trascorse quindi gli ultimi anni della sua vita impegnandosi nell’abbellimento di alcune residenze sabaude o proprie (il castello del Valentino, quello di Aglie’ o quello di Rivoli) e contribuendo alla presenza di artisti a corte.
Uno dei testi studiati dalla nostra oratrice è stato "Il Monte dei Cappuccini e Filippo d'Agliè” curato dal padre cappuccino Luca Isella che è riuscito a partecipare all’incontro e che ci ha ulteriormente incuriosito raccontato quanto approfondito nel suo libro.
Il Monte dei Cappuccini, testimone delle vicende storiche della città di Torino per centinaia di anni, ha custodito un piccolo segreto anche su Filippo di San Martino: era già noto che il conte avesse espresso il desiderio di essere sepolto sul monte indossando le vesti da cappuccino che gli erano state negate in vita ma non era mai stato rinvenuto il luogo della sepoltura. Durante i lavori di restauro del cortile e della chiesa furono trovate delle ossa e fu possibile attribuirle a Filippo in base alla presenza di due fornelli di pipa a lui appartenuti.
La serata si è conclusa con una piacevole sorpresa: Cristina Venturino insieme alla figlia Lara ha interpretato una coreografia elaborata partendo da quanto scoperto studiando gli scritti di Filippo d’Agliè e accompagnata dalle note di un moderno brano rock.
Germana Vinelli