Articolo

Via Romea - Torino, Circolo dei Lettori, 3 aprile 2019
Il percorso di Via Romea Canavesana è sull’atlante dei cammini storico-devozionali del Piemonte



Quando si parla di cammini si affronta un argomento trasversale che tocca storia, cultura, spiritualità, paesaggio, benessere: questo è quanto traspare chiaramente dai vari interventi che abbiamo ascoltato alla presentazione del volume “Cammini storici del Piemonte” di Franco Grosso, edito da Edizioni del Capricorno.

 

Come ricordato nella introduzione del libro, l’opera nasce da due esigenze: soddisfare la richiesta dell’assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte di mappare lo stato della rete dei cammini regionali e rispondere ad analoga richiesta del ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT) per inserire tali percorsi nell’Atlante dei Cammini d’Italia. Dieci sono i percorsi descritti e uno di questi è proprio quello curato dalla nostra associazione.

 

Si sono alternati oratori di diversa estrazione e ciascuno ha portato la sua testimonianza di divulgazione e promozione del “turismo di prossimità” e dell’escursionismo slow.

In accordo a una linea editoriale nota agli appassionati, il rappresentante di Edizioni del Capricorno ha parlato della importanza delle guide divulgative per la riscoperta del territorio, in termini di cultura tradizione e paesaggio. Ci ha fatto molto piacere osservare che nella sua presentazione siano state riportate come esempio proprio le prime pagine del capitolo 7 dedicato al percorso di Via Romea Canavesana.

 

L’intervento dell’Assessore alla Cultura ed al Turismo della Regione Piemonte Antonella Parigi pone invece l’attenzione sull’evoluzione che ha avuto il turismo all’aria aperta negli ultimi anni e sui vantaggi che esso porta alle aree attraversate; ha riconosciuto anche il grande merito delle associazioni di creare collegamenti e collaborazioni ai più svariati livelli per far conoscere a quante più persone possibili scorci di territorio da godere camminando. Gli enti pubblici sempre più riconoscono il valore di queste iniziative; ultima disposizione in ordine temporale è la legge regionale n. 11 del 01/08/2018 in particolare nel suo articolo 20 “Itinerari culturali”.

 

La parola è passata a Franco Grosso l’autore del testo: chi vive nel biellese conosce bene la sua opera di comunicazione e di promozione del territorio e sa che è uno scrittore attento nel descrivere e provare di persona i percorsi che racconta. Ha ringraziato tutte le associazioni presenti, di fatto “co-autori”, che hanno collaborato alla descrizione dei 1500 km di itinerario piemontese presentati e ha indicato le linee guida che hanno portato alla selezione dei percorsi del libro, in accordo alla stessa definizione di ”cammino” che ha fornito il MiBACT:

Itinerario culturale di particolare rilievo europeo e/o nazionale, percorribile a piedi o con altre forme di mobilità dolce sostenibile, e che rappresenta una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso, nonché una occasione di valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e dei territori interessati

 

VRC rispetta questa definizione, sempre con attenzione a consistenze storiche, religiose o turistiche del tracciato, secondo un continuo lavoro di raccolta dati e valorizzazione portato avanti in questi anni da ogni membro della nostra associazione. Nelle sette pagine a nostra disposizione si è cercato di evidenziare tali aspetti, affiancando alle indicazioni del percorso le curiosità culturali e paesaggistiche più interessanti.

 

Tra gli ultimi a prendere la parola vi è stato il responsabile della Via Francisca Novarese; ancora una volta si pone l’accento sull’importanza di tracciare sentieri sensati e fruibili al pubblico per dare la possibilità a chiunque di percorrere un tracciato secondo le proprie personali motivazioni: per il puro gusto di camminare, di fermarsi a ogni cappelletta, cippo, rudere o monumento per ammirarlo e magari farsene raccontare la storia, per motivazioni più intime (personali o religiose che siano), da solo o in compagnia di amici o volontari.

 

Accessibilità e diffusione possono funzionare solo se i percorsi sono segnalati e accatastati, in modo da essere accreditati e accedere anche a fondi che altrimenti non arriverebbero e che, per associazioni senza scopo di lucro, sono linfa vitale.

 

Si è accennato anche al tema dell’ospitalità lungo il percorso: un pasto per il pellegrino a prezzo ridotto o un pernottamento a prezzo modico non minano la vita di un esercizio commerciale, anzi ne aumentano la fruibilità.

 

Siamo soddisfatti che Via Romea Canavesana abbia raggiunto la dignità di una pubblicazione (la sua prima “ufficiale”) ed al riconoscimento di cammino storico del Piemonte.

 

Il nostro sentito ringraziamento va a Franco Grosso che ha valutato il percorso abbastanza “maturo” per essere annoverato nel suo libro.

 

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato a vario titolo ed in vari momenti per rendere l’idea di una via romea canavesana un percorso vero e proprio che deve ancora crescere, certo, ma che è Via Romea Canavesana.

 

Camminare è muoversi alla velocità più adatta all’uomo. Tutte le altre velocità sono troppo rapide o troppo superficiali. L’uomo ha imparato a muoversi con le gambe e camminando capisce il mondo, capisce il suolo, capisce la biologia e capisce se stesso” [Reinhold Messner]

 





Germana Vinelli

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