Articolo
Via Romea - Attività 2012
Una madrina per la via Romea Canavesana
L'antefatto
Gli amici della Via Francigena di Ivrea la scorsa settimana hanno messo in contatto la nostra associazione con Lucia, una pellegrina che, superato il Gran San Bernardo e giunta poi in Piemonte, ha cercato una nuova via per i suoi ultimi chilometri verso la propria casa a Torino. Il tratto della via Romea Canavesana che da Ivrea piega verso Mazzè passando da Scarmagno e Candia ha risposto alla sua esigenza.
Poiché al momento solo la cartografia del percorso è pronta (vedere i file scaricabili alla pagina del sito) ma la cartellonistica in loco è ancora in stato embrionale, abbiamo ritenuto un atto di doverosa ospitalità e cortesia "scortare" la nostra amica lungo la tappa in terra canavesana.
È iniziata così la nostra avventura di domenica 29 luglio 2012 che ha arricchito umanamente noi e speriamo anche la nostra ospite.
Il percorso
La tappa percorsa ha avuto come punto di partenza Ivrea (verso le 6), nei pressi della stazione ferroviara; abbiamo proseguito verso Scarmagno (su un tratto di statale fortunatamente poco battuta nelle domeniche di luglio alle 7 del mattino), all'altezza di Mercenasco abbiamo sperimentato una strada interna che non avevamo ancora "battuto" e quindi abbiamo piegato verso Candia; lasciato il lago e il suo lido abbiamo deviato per l'area della "merenda longa" e siamo arrivati a Mazzè alla chiesa della Madonnina, antico punto di accoglienza dei pellegrini (come testimoniato anche da un affresco originale della chiesa raffigurante una Madonna del latte).
Dati tecnici della tappa:
Lunghezza: 29 km circa
Dislivello nominale: 100 m (il dislivello effettivo è molto maggiore, a causa della morfologia del territorio)
Tempo di percorrenza: 6 ore
I protagonisti (in doveroso ordine di apparizione)
La scorta:
Danilo, Roberto e Germana si sono fatti trovare puntuali alla partenza a Ivrea
La pellegrina:
È difficile trovare una parola sola che riesca a definire la nostra pellegrina Lucia: è una persona piena di energia, capace di osservazioni profonde e commenti pungenti, curiosa e interessante.
Ha alle spalle qualche migliaio di chilometri al suo attivo e questo è stato il suo quarto cammino "lungo".
Le motivazioni del viaggio sono chiaramente enunciate nel suo blog ("Camminate con me"): Lucia ha adottato 3 progetti, uno in terra africana e due a Torino, e ha camminato e organizzato eventi per raccogliere fondi da devolvere ad essi. Il blog è anche una interessante risorsa per conoscere le tappe affrontate e i personaggi incontrati, le piacevoli sorprese e anche le piccole disavventure.
Il cammino:
Il protagonista della nostra esperienza è stato sicuramente il cammino stesso, anche nei nostri discorsi.
Complice lo scarso traffico delle prime ore di domenica, abbiamo potuto apprezzare (e far apprezzare alla nostra ospite) la natura attorno a noi: il profilo della Bella Addormentata e della Serra che ci hanno vegliato le spalle alla chiesa di Romano che a lungo è rimasta nello skyline, i campi di granoturco, le balle di fieno maturo in attesa di essere rimosse, le colline di Candia e Mazzè. Il tutto è stato condito dalle parole di Danilo che ha raccontato a Lucia della organizzazione via Romea Canavesana, del progetto che si sta portando avanti, delle storie e degli aneddoti dei luoghi attraversati.
Il nostro incedere è stato scandito dal ritmico ticchettio dei bastoni di Lucia che sono diventati i suoi inseparabili compagni di avventura. Qualche mini-lepre ci ha attraversato la strada, nessuna zanzara invece si è spaventata per la nostra presenza: anzi, insieme a ragni e formiche rosse, ha preso parte al "naturale" comitato di accoglienza nei tratti di sentiero in mezzo ai boschi, soprattutto tra Mercenasco e Candia.
Il comitato di accoglienza:
Beppe, Livio, Lilia ci hanno attesi e con loro abbiamo condiviso il meritato pranzo.
Don Alberto:
Una menzione speciale va al parroco di Mazzè: è stata importante, infatti, e altamente simbolica la sua presenza alla chiesa della Madonnina al nostro arrivo. La chiesa, alla quale i Mazzediesi sono molto affezionati, in epoca medioevale si trovava fuori dalle mura del borgo e pertanto era il luogo naturale di accoglienza dei pellegrini di passaggio.
Questo ruolo è suffragato anche da uno degli affreschi originali della chiesa stessa (staccato e usato come quadro in epoca più recente) che raffigura una Madonna del latte e che, come centinaia di anni fa, anche domenica ha accolto una pellegrina stanca dopo sei ore di cammino.
Il gesto di don Alberto di suonare le campane all'arrivo di Lucia ha rievocato epoche passate, ha commosso la nostra ospite e l'ha fatta sentire un po' più a casa.
Cosa rimane:
Abbiamo conosciuto una bella persona, abbiamo trascorso una giornata intensa, abbiamo individuato alcuni aspetti da sistemare sul cammino.
Ora possiamo iniziare a lavorare per il prossimo pellegrino e per tutti coloro che vorranno seguire le orme di Lucia.
Germana Vinelli