Introibo ad altare Dei: il rito antico della Messa dal Beato Varmondo ai nostri giorni

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Promossa da: via Romea Canavesana in collaborazione con: Associazione "Nocturna"

Data : venerdì, 20 novembre 2015 alle ore 21:00 nel comune di: Romano Canavese come arrivare Come raggiungere il comune


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Rassegna: Res Cottidianae et Clarae Personae


Programma:

il rito antico della Messa dal Beato Varmondo ai nostri giorni

 

Cosa può trasmetterci oggi un rito che affonda le sue radici nei primi secoli del cristianesimo, trova la sua fioritura nel Medioevo ed è oggi recuperato in molte parti del mondo, ma soprattutto scoperto e promosso da molti giovani?

 

Scopo del rito è quello di aiutare i fedeli ad incontrare Dio e questo è realizzato attraverso simboli, gesti e parole che  hanno l’obiettivo di far entrare il credente nel Mistero di Dio e far sì che questo Mistero contagi la vita del cristiano.

 

Rendere Dio presente in questo mondo e aprire agli uomini l’accesso a Dio è questo quanto, da secoli, si propone di fare la liturgia cristiana. Il rito antico della Messa vuole strapparci al mondo profano e immergerci di colpo nel Mistero e aprirci alla Trascendenza: “Introibo ad altare Dei”.

In esso vengono sospese le categorie dello spazio e del tempo e si è trasportati ai piedi della Croce di Gesù sul Calvario. Scopriremo, tra l’altro, attraverso la ricca simbologia di questo rito, che il sacerdote celebra su di un altare che è rialzato rispetto al piano dei fedeli, perché esso deve rappresentare la collina del Calvario e che i fedeli sono più in basso, in quanto impersonano Maria e san Giovanni ai piedi della Croce. Approfondiremo il tema dell’orientamento (= guardare verso Oriente) nella preghiera: il sacerdote è rivolto verso la Croce perché conduce a Cristo il gregge e dal Salvatore fa discendere al popolo la grazia divina.

Da qui anche il ruolo e la centralità dell’altare e del tabernacolo verso i quali converge l’intera azione rituale. Inoltre comprenderemo l’importanza del silenzio che avvolge alcune parti della celebrazione liturgica, nartece interiore dove ci si libera delle preoccupazioni, pur legittime, del mondo profano, per entrare nel tempo e nello spazio sacri, dove Dio rivela il suo Mistero. Un silenzio che diventa adorazione ovvero contemplazione ammirata delle opere di Dio. Saremo dunque chiamati ad un autentico “Sursum corda”: la frase del prefazio “in alto i nostri cuori” che introduce i fedeli al cuore del rito.

La liturgia è esattamente il luogo di questa elevazione, di questa tensione verso Dio che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con questo, il suo orientamento decisivo.

 

Relatore: Don Raffaele Roffino

Parroco della comunità di Rivarolo Canavese, studioso di storia della liturgia.

 

La serata si terrà presso l'oratorio Parrocchiale di Romano Canavese 

 

Ingresso Libero

 

 

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