Storia in soffitta

Caterina di Zeyffart: Dalla Russia per amore
Non solo vie tutte uguali nel quartiere salotto di Torino ma vicoli morbidi che inseguono i giardini delle ville ottocentesche.

Lascia un commento Commenti presenti 1 approfondimento di: Franca Giusti



Un tardo pomeriggio di fine estate, inciampo nell’ombra di una torre che riecheggia la felicità di una giovane donna arrivata da molto lontano: Caterina di Zeyffart, sposa di Eugenio Brunetta Conte D’Usseaux. Alta, bionda, con il taglio degli occhi allungato che contribuiva a rafforzare la dolcezza del sorriso e la generosità del nobile carattere che aveva conquistato Eugenio, figlio del Conte Carlo Augusto Brunetta d’Usseaux. Lui era un alto ufficiale dell’esercito sardo, di famiglia francese, originaria dell’Auvergne trasferitasi a Pinerolo nel XVII secolo per seguire la carriera al servizio dei Savoia. Il Conte Carlo si trovava di stanza a Vercelli quando Eugenio nacque il 14 dicembre 1857. I genitori acquistarono il castello di Mazzè e qui Eugenio portò la sua sposa Caterina.

Figlia di Pyotr di Zeyffart, capitano degli Ussari dello Zar di Russia Nicola II, Caterina sedeva a tavola con i potenti del suo tempo e con il re Vittorio Emanuele III giacché il regno sabaudo vantava rapporti diplomatici con tutti i regni d’Europa e con la Russia. Nell’ottobre del 1909 lo Zar Nicola II giunse nella capitale del Regno Sabaudo per incontrare Vittorio Emanuele III e firmare il patto segreto contro l’espansionismo austriaco ma le carovane dei reggenti non si fermarono a Torino: troppo pericoloso e a rischio attentato. Si diressero al castello di Racconigi poi, forse, a Mazzè per far visita alla famiglia d’Usseaux. La famiglia Zeyffart apparteneva all’alta società zarista, era proprietaria di enormi tenute in Ucraina e disponeva di un ingente patrimonio; Caterina non era solo ricca ma anche colta ed Eugenio si innamorò della fanciulla e non del suo status. Non sappiamo esattamente come si conobbero, forse durante un concorso equestre a cui Eugenio partecipò quale buon sportivo. Descritto dagli amici e parenti come di carattere volitivo e anticonformista, dotato di un temperamento sportivo ebbe feeling immediato con Caterina, anche lei amante dello sport e dell’aria aperta; lui praticava canottaggio ed equitazione, lei il tennis e fu spesso ritratta accanto al marito in occasioni sportive. Eugenio la sposò subito quando lei era appena ventenne e non ebbe vita che per lei.

Gennaio fu il mese che segnò i quindici brevi ma intesi anni della loro unione. Nel gennaio del 1882 si sposarono e scelsero come residenza torinese quella casa con la torre al numero 7 di via Vela e l’anno dopo, a gennaio, nacque il primogenito Gustavo. Successivamente arrivarono Sergio, Nadedeja e Lotario. Caterina sarebbe sicuramente stata accanto al marito ancora molti anni, specie in quelli in cui Eugenio si impegnava per candidare Roma a sede dei giochi olimpici del 1908 ma la sorte la strappò alla vita e all’amore il 17 Gennaio 1897. Per lei, il Conte Brunetta mise a disposizione l’edicola funeraria della famiglia, grande e turrita, nel cimitero di Pinerolo dove il Conte stesso pensava sarebbe stato tumulato un giorno. Invece morì in Francia e non tornò più in Italia. Anzi, non si sa nemmeno dove sia. Era un freddo 8 gennaio del 1919.




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