Storia in soffitta
Dove Osano le Aquile: Il “castello” di Pertia
Sulle cime di Sparone un'antica e misteriosa costruzione
approfondimento di: Danilo Alberto
La casa forte di Pertia (o Perticha), detta da taluni anche castello, collocata nel territorio di Sparone oltre lo spartiacque dell'Orco, è sempre stata avvolta da un alone di leggenda e mistero, basti pensare che chi in passato la volle documentare spesso si avvalse di testimonianze indirette e dicerie, senza vederla mai dal vero.
Le prime fonti storiche che parlano del castello di Pertia sono contenute nel De bello Canepiciano relazione storica delle guerre combattute in canavese nel 1300 redatte dal notaio novarese Pietro Azario; leggiamo come il cronista lo descrive:
“Giovanni di Valperga il Maggiore, con inganno, tentò di occupare il castello di Perticha prodigiosamente eretto nella parte più alta della Val Soana. Ma contro di esso non sferrò nessun assalto perché esso, costruito su una rupe alta un miglio, aveva l'ingresso in mezzo alla rupe mentre una torre ne difendeva l'ingresso e il passaggio obbligato: con la difesa dei quali nessuno poteva né entrare né uscire. Per questo i valligiani nascondono nel castello i beni che vogliono custodire. La guardia di quattro uomini armati impedisce l'ingresso agli uomini dell'intero mondo [...]”.
È inevitabile con una simile narrazione, che se decidessimo mai di intraprendere l’escursione alla ricerca del castello ci aspetteremmo come minimo di trovarci di fronte le vestigia di un maniero su una vetta imprendibile, qualcosa di simile allo "Schloß Adler" preso d’assalto dal Maggiore Jonathan Smith (Richard Burton) e dal Tenente Morris Schaffer (Clint Eastwood) nel famoso film di guerra "Dove osano le Aquile".
La realtà è certamente più modesta, ma d'altra parte Pietro Azario non avrebbe potuto descrivere la struttura in altro modo visto che si trovava al servizio dei Valperga e quindi da buon cronista asservito, magnificava il "padrone", che per l'appunto nel 1339 aveva conquistato Pertia strappando l’edificio con il tradimento alla famiglia dei San Martino.
A questo resoconto più o meno immaginario si affiancano vere e proprie leggende, secondo le quali il "castello" di Pertia sarebbe stato costruito da re Arduino di Ivrea come uno dei capisaldi della sua difesa contro l'imperatore tedesco Enrico II, ad esso avrebbero fatto capo tutta una rete di passaggi sotterranei segreti, come si conviene a tutti i più importanti edifici dediti alla difesa.
Cosa si conosce davvero di tale struttura?
Mario Bertotti nei suoi Documenti di Storia Canavesana del 1979 ne parla così: "La costruzione, con muri a lisca di pesce, si direbbe solo del 1200-1300; nel complesso non è un opera fatta affrettatamente da rozzi montanari, ma un lavoro di muratori specializzati che hanno eseguito pure altri lavori nella nostra regione, nello stesso stile. La sua parte più interessante è costituita dalle inquadrature delle porte e delle finestre, fatte con lastre di pietra secondo una caratteristica della nostra regione anteriore al 1400 [...]".
Aggiungiamo solo qualche particolare a quanto già descritto: l'edificio è costituito da tre corpi, eretti in epoche successive, dei quali i due a valle sono i più antichi. Sotto quello intermedio è visibile una bella volta a botte. In corrispondenza di quest'ultimo, una lastra di pietra triangolare posta sul muretto del terrazzino è letteralmente tempestata di coppelle.
Notevoli per la fattura accurata gli spigoli della struttura fortificata verso valle, costruiti con pietre importate.
Tracce di incendio visibili sui muri del corpo a valle (vuoto e con il tetto crollato) possono forse ricondursi ad una distruzione avvenuta nel '500 in occasione delle lotte tra francesi e spagnoli che causarono anche la distruzione del non lontano castello di Sparone.
A questo punto è doverosa una riflessione: perché mai un edificio di una certa importanza fu costruito in un posto così isolato? La risposta è semplice: nel medioevo la località di Pertia non era affatto sperduta come oggi. Lo dimostra l'importante ponte medievale di Ribordone; il collegamento tra Ribordone e Sparone ed il fondovalle avveniva sulla destra del torrente e Pertia rappresentava un punto di passaggio obbligato nel tragitto Sparone-Ribordone-Ronco-Valchiusella, e nei collegamenti tra la Valle Orco e la Valle Soana per chi voleva evitare di passare da Pont.
Non si deve dimenticare che in quell'epoca i passaggi a fondovalle erano piuttosto pericolosi, ed erano in molti a preferire il transito in quota.
Appare interessante anche l'evoluzione dell'utilizzo dell'edificio: nato come struttura difensiva per scopi bellici in mano ai signori locali, esso passa al popolo ancora per fini difensivi, ma di carattere agrario. Pertia divenne quasi certamente un ottimo rifugio per persone e derrate alimentari, contro le incursioni di predatori e soldatesche. Poi il "castello" a cui vennero affiancate altre costruzioni, si trasformò in una casa qualunque in mano a pastori ed agricoltori. Seguì quindi il completo abbandono come spesso avviene nelle nostre valli alpine e l'inarrestabile rovina... chissà se arriverà mai il momento della valorizzazione e della riscoperta di questa antica struttura e del relativo percorso medievale?