Il progetto

LA VIABILITÀ MEDIEVALE NEL VERCELLESE OCCIDENTALE

Nel Vercellese occidentale, l’evoluzione della rete stradale antica ripetè a grandi linee quanto avvenuto in Canavese, perché, a causa della tracimazione delle acque del Lago di Viverone, il tratto della Via delle Gallie che andava da Ivrea ad Alice Castello, passando da Azeglio e Settimo Rottaro, fu praticamente abbandonato, e la viabilità si spostò lungo un itinerario transitante sulle pendici della Serra. Lo testimonia la posizione di Settimo Rottaro che, cessata ogni funzione viaria e forse anche allo scopo di garantire condizioni di vita più salubri ai suoi abitanti, trasmigrò sulle colline a sud-ovest del lago.
A seguito di questo fenomeno, l’ antica strada consolare romana anche se non scomparve completamente, col tempo divenne una via di interesse locale, probabilmente nota perchè da essa diramava una via diretta verso i nuovi borghi di Areglio, Meoglio ed Erbario, sfociando, dopo essere transitata per Maglione e Moncrivello, nella via de Mazato, la strada che valicata la Dora Baltea collegava già in antico il Canavese al Vercellese. A Maglione era inoltre possibile immettersi in una diramazione che dirigeva a sud-ovest verso san Michele di Clivolo e Livorno Ferraris e da qui proseguire verso Pavia o Torino.

L’altra antica strada che univa Tina e Vestignè con Ulliaco, passando lungo la pianura alluvionale ad est della Dora Baltea, aveva cessato di esistere ed i nuovi centri di Borgomasino, Masino, Cossano e Caravino erano uniti tra loro da vie di interesse locale che si raccordavano alla viabilità maggiore secondo le mutate esigenze.
A sud di Clivolo, la presenza della submansione templare di santa Maria di Isana a Livorno Ferraris e di altre istituzioni destinate alla assistenza dei viandanti, nate a motivo che qui si intersecavano le strade che dirigevano verso i passi alpini, lascia intravvedere l’importanza di questo snodo viario.

Se per quanto concerne la viabilità diretta in Valle d’Aosta, considerato quanto già detto, non si crede siano necessari ulteriori chiarimenti, invece per le altre destinazioni è necessario approfondire. Infatti da Livorno Ferraris era possibile dirigersi verso Trino o Fontaneto Po e raggiungere Pavia o Asti, oppure, percorrendo l’antica Via Liburnasca, valicare la Dora Baltea a Saluggia ed indirizzarsi verso Torino e la valle di Susa.
Per quanto concerne i viaggiatori provenienti da Ivrea e diretti a nord est, crediamo invece fosse invece più conveniente imboccare la Via Liburnasca a Bianzè incamminarsi verso Vercelli mediante la via di Salasco. Si sottolinea che nel corso di tutto il medioevo, il potente Comune di Vercelli cercò di indirizzare viandanti e traffici verso questa città, cosicché itinerari più comodi e brevi in realtà non furono praticati per motivi di sicurezza o per i pedaggi esorbitanti. Per queste ragioni non si crede che a quel tempo molti viaggiatori dirigessero verso Pavia, Asti, Torino o Ivrea senza prima aver prima visitato e pagato pedaggio alla città di san Eusebio.


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